Jazz Line
Bonafede Deidda Cafiero – L’Energia del Jazz in Tournée.
In giro per l’Italia un trio d’eccezione per una musica di respiro europeo.
Il pianista SALVATORE BONAFEDE e il batterista MIMMO CAFIERO, entrambi protagonisti da lungo tempo del jazz siciliano, hanno iniziato da un po’ di tempo a suonare in trio con Dario Deidda, bassista elettrico tra i più originali e tecnicamente dotati presenti attualmente nel jazz italiano.
Vista la straordinaria intesa raggiunta, hanno pensato di compiere insieme un tour di concerti che ha toccato i jazz clubs delle più importanti città italiane. Il trio si è esibito anche al Jazz Pub di Palermo, riscuotendo un grande successo, dovuto, oltre all’indiscussa capacità tecnico-strumentale dei tre musicisti, all’energia che riescono a trasmettere ogni volta che li si ascolta. Il programma si è articolato in una parte di brani composti da Bonafede e in alcuni standards. Alla fine del concerto abbiamo discusso con loro di quest’ultima interessante esperienza in trio e dei loro progetti futuri, che tra l’altro comprendono un altro tour, questa volta di livello europeo.
MLM: Vi siete esibiti di recente in un lungo tour che ha ab-bracciato, oltre a località italiane, anche Slovenia e Svizzera. Come è andata questa esperienza?
MC: In realtà fare una tournée nel vero senso della parola, in campo jazz, è quasi impossibile. È stata una magnifica esperienza e, in tutti i sensi, un pretesto per sviluppare al massimo l’intesa fra noi. Con Salvatore Bonafede ci conosciamo da vent’anni, mentre con Dario abbiamo iniziato a suonare insieme da solo un anno. L’idea è quella di dare un’identità forte al trio, che possa “funzionare” da solo o quale valido supporto per solisti che non hanno un gruppo fisso e che comunque apprezzino certe particolarità in questo trio.
MLM: Quali sono stati i presupposti per creare il trio?
MC: Il trio ha sicuramente un punto di forza nell’intesa tra me e Salvatore che dura da oltre vent’anni. Per quanto riguarda Dario, c’è qualcosa di accattivante nel suo modo di suonare il basso elettrico che credo sia unico, perlomeno in Italia.
DD: Per quanto mi riguarda il basso elettrico rientra nel tipo di sonorità che preferisco; è inoltre lo strumento a cui mi sono dedicato per più tempo, non mi dispiace, comunque, utilizzare anche il contrabbasso.
MLM: Comunque l’impressione è che vi allontaniate dallo stile classico del trio jazz.
DD.: Si, è vero, per questo motivo il basso elettrico non soffre in questa situazione, tanto più che nei pezzi di Salvatore la parte prettamente jazzistica molte volte è stata quasi del tutto eliminata. Penso inoltre di essere un anello di congiunzione tra loro due, dato che sia Salvatore che Mimmo dimostrano, oltre all’intesa, molta fantasia e iniziativa, cosicché ogni sera i pezzi che suoniamo risultano sempre diversi.
MLM: Come è nato, Dario, il tuo sodalizio con i jazzisti siciliani e quindi con Salvatore e Mimmo?
DD.: Innanzitutto, c’è un’affinità di tipo geografico essendo tutti e tre musicisti del Sud, e poi per motivi musicali, dato che per me Mimmo e Salvatore sono i migliori jazzisti siciliani al momento.
MC: Il discorso su affinità tra musicisti va senz’altro al di là della musica, poiché c’è sempre bisogno di una componente di comunicazione umana al di fuori dei fattori tecnici. Fare buona musica significa anche stare bene insieme. Non a caso tutti i migliori gruppi della storia del Jazz erano composti da persone che, comunque, stavano bene insieme da anni perché condividevano esperienze di vita comuni.
SB: lo cerco di non pensare ad affinità di tipo geografico. Il jazz per me è già un microcosmo in cui si muovono pochi musicisti. Se poi prendiamo l’Italia e la Sicilia questo microcosmo si riduce ancora di più. Personalmente cerco musicisti che abbiano swing indipendentemente dalla loro nazionalità.
MLM: Parliamo dei vostri progetti come singoli.
SB: Attualmente collaboro con alcuni musicisti che ho conosciuto a New York. Suonerò anche in Francia con Mick Goodrick e Aldo Romano.
DD: lo, per il momento sto lavorando come sideman in Italia. Conto di fare al più presto un disco con i miei fratelli, ma si tratterà di un progetto dedicato prettamente a sonorità etniche. Inoltre sono alla riscoperta delle tradizioni musicali partenopee.
MC: Faccio un po’ l’operatore culturale dividendomi tra l’organizzazione di concerti, la direzione artistica del San Vito Jazz Festival e l’insegnamento. Credo che si stia finalmente colmando il vuoto che aveva caratterizzato la musica, fino a qualche anno fa in Sicilia e a Palermo. Abbiamo organizzato il festival di San Vito che già comincia a essere invidiato in tutta Italia e che anche quest’anno si svolgerà a partire da fine agosto. E stato quest’anno inoltre pubblicato Sicilian Jazz Collection, un CD che raccoglie brani eseguiti da musicisti siciliani.
Andrea Caramanna – MUSIC LINE MAGAZINE – PALERMO