Il Flauto Magico
Un giorno, mentre passeggiavo per le verdi foreste della Nuova Guinea, incontrai un vecchio che camminava molto lentamente suonando una specie di flauto.
Cercai di fermarlo, ma lui, invece di fermarsi, fra una nota e l’altra mi disse: -“Bhrakù” che significa “seguimi”.
Non esitai a farlo.
Ci dirigevamo verso Daru, una cittadina situata all’estremo est del golfo di Papua.
Era un vecchio bianco, apparentemente di origine danese e, cosa strana, non aveva la barba ma capelli lunghissimi. Il suo volto dimostrava almeno 110-120 anni.
La cosa buffa era che ogni tanto, fra un passo e l’altro, il vecchio accennava dei passi di danza. Mi ricordo perfettamente come sbofonchiavo dal ridere fino a stricarmi quasi a terra tutte le volte che lui danzava.
Le prime volte lui non mi diceva nulla ma quando le mie risate iniziarono ad infastidirlo, il vecchio si fermò e mi consegnò il suo flauto nelle mani.
A quel punto cercai di fare la persona seria e gli dissi: -“Bhrakà?” che significa “che cosa devo fare?”
-“Bhrakù.”- rispose a bassa voce.
(Detto a bassa voce, bhrakù significa “suonami All Blues di Miles Davis”).
Io non avevo mai suonato il flauto in vita mia, (figuriamoci poi quello lì, che era molto strano), ma per non offenderlo non ebbi il coraggio di rifiutare e glielo suonai.
Neanche feci in tempo a suonare la seconda nota del famoso blues di Miles, che subito, senza volerlo, mi misi a danzare per effetto di una misteriosa forza che afferrava le mie gambe e le faceva ruotare a destra e a sinistra facendomi apparire, devo riconoscerlo, alquanto goffo.
-“Prometè?” – disse il vecchio. (Traduzione: “Hai visto? Non c’è niente da ridere perché questo flauto è magico!)
Esterrefatto, mi chinai al suo cospetto e gli chiesi scusa. Gli restituii il flauto e lo seguii. Diventammo amici. La vita è fatta così, a volte da una risata può nascere un’amicizia.
Più tardi, circa venti giorni dopo, arrivammo a Daru. Io avevo lasciato i miei bagagli in un albergo a Madang, a 800 km di distanza, ma non me ne importava nulla.
Mimmo C. – 1991